Ecco una delle grandi tragedie che possono accadere nella vita di un lettore: gli sostituiscono la copertina di un libro che ha amato con la locandina del film tratto dal suddetto libro.
Esiste anche la legge non scritta che il film sarà senz’altro più sciatto del libro e mancherà di dettagli e, talvolta, addirittura di personaggi (orrore).
Nel caso di Julie & Julia c’è una doppia eccezione. Innanzitutto il film non è davvero niente male, anche perché la regista è Nora Ephron. In secondo luogo la locandina del film stampata sulla sovraccoperta del libro può essere perdonata. Questo per il semplice motivo che Meryl Streep è divina. Per di più quando, mattarello alla mano, è indaffarata in una cucina francese con una collana di perle al collo.

Ma parliamo del libro. Julie & Julia ti mette a tuo agio fin dall’inizio quando senti parlare di problemi ormonali e lavori insoddisfacenti. Concentriamoci ora sulla sua imponente impresa gastronomica, nonché tributo a Julia Child, (Meryl Streep in versione “cuciniera” ritratta nella già citata e controversa copertina): 524 ricette in 365 giorni.
Una sfida che Julie inizia animata da assurde velleità culinarie perché “troppo amareggiata per qualsiasi altra cosa”, e per “essere parte di qualcosa che non fosse facile, bensì semplice“.

A partire da questo momento si susseguono: capitoli con nomi strambi quanto geniali come “Le strade per l’inferno sono lastricate di porri e patate”, una gran quantità di bicchieri di vino e superalcolici bevuti prima di cena, panetti di burro, disgustosi aspic, bavaresi corrucciate e altri panetti di burro.
Un libro da leggere per continuare a credere nei sogni.

You know what i love about cooking?
I love that after a day when nothing is sure, you can come home and absolutely know that if you add egg yolks to chocolate and sugar and milk, it’ll get thick. it’s such a comfort.
Un po’ quello che Monica Ali ha descritto magnificamente nel suo libro In the kitchen: “Anche quando fai tutto giusto, fin nel minimo dettaglio, a volte non va come pensavi. Oona – disse Gabe – stiamo parlando della crema pasticcera. Se fai tutto giusto, ti viene come deve venire”.