La mattina presto è un momento tutto speciale: mi ricorda quando andavo a scuola in bici e sentivo il profumo della primavera che iniziava, le partenze per il mare d’estate con l’aria fresca della notte e la città deserta.
E poi alla mattina c’è la colazione, quel
momento di raccoglimento con noi stessi prima di essere spinti là fuori in mezzo a tutto il mondo,
un pasto a se stante, ancora non contagiato dalla smania della socialità e delle pubbliche relazioni.
Dispensa n. 9 – Martina Liverani
Oggi per lavoro mi sveglio tutti i giorni all’alba – a voler essere precisi, qualche ora prima – e trascorro le prime ore della giornata lavorando in ufficio.
Il risveglio è difficile e dettato dalla fretta: di prepararsi, di vestirsi, di arrivare in tempo. Questo è uno dei motivi per i quali quando non lavoro, io la mattina LA CELEBRO. E con lei la colazione.

Una rivista da leggere con calma, “ascoltandone il fruscio”
Durante la quarantena ho letto una rivista tutta dedicata a questo momento speciale, alla calma sospesa di un momento così personale e prezioso, un gesto d’amore verso se stessi: Dispensa.
Si tratta di un giornale indipendente e anche sostenibile: la carta che utilizzano è ottenuta dalla lavorazione degli scarti alimentari (per restare in tema). È un bookmagazine che ti chiede di essere letto con calma, “ascoltandone il fruscio”.
Il numero 9 è dedicato alla mattina e agli amanti della colazione: parla di come trascorrono la loro mattina Niko Romito, Enrico Crippa, Antonia Klugman e Mauro Colagreco, della colazione all’italiana e di come “certe cose si possono fare o vedere solo al mattino”.
Parla anche di quella pratica un po’ da film e un po’ fuori dal tempo che è la colazione in hotel, a letto.
Mattinieri e amanti della colazione, buona lettura.
La citazione letteraria
«La domenica mattina, intorpiditi ma felici per la giornata di riposo che inizia, ci infiliamo un vecchio maglione comodo e scendiamo a prepararci il caffè; ancora piacevolmente mezzi addormentati gioiamo qualche secondo in silenzio di non doverci piegare alla legge del lavoro, ci stropicciamo gli occhi provando benevolenza per noi stessi, e quando l’aroma palpabile del caffè si sprigiona finalmente ci sediamo davanti alla tazza fumante.»
Estasi culinarie ~ Muriel Barbery