«Quando parliamo di cibo, parliamo di noi»

Quanto può sembrare ridicolo non riuscire a inzuppare un biscotto nel tè?

Smettere di cucinare il tortino al cioccolato dal cuore morbido, non comprare più certi yogurt, dover scacciare il ricordo di quella mattina a Firenze tutte le volte che vedi una bottiglia di Brachetto, che dannazione è pure un vino che ti piace un sacco. 


Quando un amore finisce il rapporto con il cibo cambia e cambiamo noi. Ci sono cibi che smettiamo di comprare, ingredienti che ci feriscono e, a tradimento, ci mettono in ginocchio:


«I gesti più intimi si nascondono nei frammenti ordinari, restii ad essere verbalizzati quando si tratta di razionalizzare cosa ti manca di lui»

Lingua – Mariachiara Montera

Queste sono le parole che Mariachiara Montera, in arte Maricler, ha usato nel suo articolo La dispensa di chi finisce l’amore. Questo articolo ha dato vita, diversi anni dopo, ad un podcast che si chiama Lingua e ad una serata molto particolare alla Scuola Holden.

Podcast Lingua di Mariachiara Montera disponibile su Storytel.
Lingua by Maricler (Storytel)

Una cena al buio

Il 24 gennaio da Bartleby a Torino, seduti a tavola bendati abbiamo cenato al buio e ascoltato le parole di Maricler, da sempre sostenitrice del fatto che:

«quando parliamo di cibo, parliamo di noi»


Come darle torto? Il cibo è il modo in cui comunichiamo agli altri come stiamo, l’aiuto che cerchiamo, l’affetto che desideriamo.

Il cibo ci ricorda le persone a cui eravamo legati, quanto siamo stati amati.

Ma quella sera non ha parlato solo Mariachiara; sedute a tavola, al buio, le persone hanno condiviso le loro storie legate al cibo. Ricordi teneri, tristi, divertenti. Colazioni di Pasqua, relazioni finite sulla via Cassia con un vecchio Nokia e la Propoli, il croccante del babbo.

L’emozione è stata fortissima. Suppergiù 30 sconosciuti in una stanza che si emozionano, piangono e ridono insieme per quella sensazione strana e quasi indicibile che però abbiamo provato tutti: quel legame naturale e innato che si crea con il cibo che mangiamo, con le persone con cui lo condividiamo.

Quella che solitamente è una sensazione quasi inafferrabile quella sera era lì, palpabile, e condivisa. Tutti ad occhi chiusi ad ascoltare le nostre voci e i sussulti del nostro cuore.

Quando ci siamo tolti le mascherine e hanno acceso la luce il mascara era tutto colato. Sono uscita da quella stanza emozionata dalla forza di quelle storie e dall’intensità con la quale il cibo e le vicende legate ad esso sono stati capaci di unirci.


Ascoltare il podcast Lingua è stato il passo successivo e la naturale continuazione di quell’emozione.